NATURA CHE CURA 1
NOI SIAMO ALBERI
Nella mattinata di venerdì 1 novembre 2019 ho partecipato alla passeggiata esperienziale tra “I monumenti arborei di Villa Carlotta” a Tremezzo di Tremezzina, tra i fantastici colori del parco più famoso della provincia di Como: nuovo appuntamento dei Percorsi Sensoriali curati sul territorio comasco dalle dott. Maria José Cerezo Lopez (esperta in coaching sistemico) e dott. Mirna Lopez Ortiz (esperta in coaching ontologico) in collaborazione con l’associazione Sentiero dei Sogni. Altri eventi analoghi hanno avuto luogo nel 2019 nel Parco Civico “Teresio Olivelli” di Tremezzo, anch’esso ricco di alberi monumentali censiti, e al Rogolone, la quercia pluricentenaria considerata Monumento Nazionale, che si trova vicino a Grandola ed Uniti (CO).
Le stesse conduttrici (che proponevano ora un percorso in Villa Carlotta ma stavolta primaverile per domenica 22 marzo, purtroppo rinviato per la situazione sanitaria nazionale) avevano già riscosso un grande successo un paio di settimane prima con la conferenza di apertura dell’Università del Tempo Ritrovato a Como: le piante ‘curano’, è scientificamente provato, fisicamente e psichicamente, non solo con le proprietà medicamentose delle loro parti, ma anche purificando l’ambiente con gli scambi chimici del loro metabolismo, creando ombra e frescura in estate ecc., suscitando gioia e pensieri positivi con i loro colori odori sapori contatti fruscii ecc., e attraverso il flusso di energia elettromagnetica. Niente dunque di ‘magico’ o di bizzarro, ma di semplicemente meraviglioso.
Come si svolge una passeggiata sensoriale? Innanzitutto il gruppo dev’essere di piccole dimensioni: non oltre una quindicina di persone, per permettere ai conduttori di curare ogni singolo partecipante. Poi, ci spiegano, è molto positivo che partecipino bambini e animali: gli uni e gli altri infatti ‘segnalano’ se c’è qualcosa che non va, diventando nervosi se percepiscono correnti elettromagnetiche negative nel luogo o, a un livello diverso, tensioni psicologiche all’interno del gruppo. Inoltre i bambini sono capaci di guardare senza preconcetti, e sono spesso loro i primi a fare le ‘scoperte’ più importanti. La dott. Cerezo poi ha un tocco tutto speciale con i bambini e ha subito coinvolto la più piccola del gruppo, che è stata una vera ‘guida’ per gli altri.
Il primo passo è creare un legame, scambiandosi un desiderio o un’aspettativa, proprio come gli alberi rilasciando particelle nell’aria e nella terra “comunicano” avvisi, desideri e sogni. Poi si passa alla momentanea privazione della vista, durante la quale si percepisce con gli altri sensi e si esercita la fiducia lasciandosi guidare per mano da altri. Infine si trova un ‘albero amico’ a cui aggrapparsi, ed è una comunicazione non verbale molto naturale e molto importante.
Durante la visita si sono poi toccati vari punti del giardino, in corrispondenza di alcune delle maggiori essenze arboree, ogni volta con giochi e scoperte sensoriali; la dott. Ortiz ha donato con dolcezza varie ‘pillole’ di conoscenza sui vari tipi di alberi, senza voler fare una spiegazione botanica ma permettendo di apprezzarne le caratteristiche peculiari e farle proprie. In questi emozionanti percorsi si impara dal ‘carattere’ di ogni albero, ad es. la tappa al Giardino Giapponese ha puntato sulle qualità di resilienza dei bambù, sulla loro capacità di ‘fare gruppo’, di creare stabilità anche fisica contro le intemperie
In questi corsi si impara che esistono infatti in ogni bosco gli “alberi madre” o “alberi maestri” che trasmettendo informazioni aiutano gli altri ad adattarsi e a crescere: se il maestro sopravvive, anche dopo incendi e calamità devastanti la foresta rinasce.
Si scopre poi che, lasciando sfocare la vista, si può scorgere l’aura energetica degli alberi, sotto forma di un profilo blu.
Si apprende che l’essere umano ha dei recettori energetici a livello dorsale e sacrale, e che ci si può ‘ricaricare’ e anche rasserenare appoggiandosi all’albero adatto e lasciandosi pervadere dalla sua energia.
Un’altra scoperta è che, dopo aver guardato un albero nel suo insieme, fissandone una parte si riesce a distinguerne via via particolari sempre più numerosi e dettagliati (minuscoli frutti, pigne, licheni…). Chi scrive ha notato che ogni albero di primo acchito appare perfetto, poi si rivelano le sue numerose cicatrici… e rimane comunque perfetto: un concetto di grande aiuto psicologico durante la malattia. Anche noi siamo alberi.
Maria José Cerezo Lopez, spagnola di Valencia residente sul lago di Como, è economista esperta di commercio estero e cooperazione internazionale, oltre che coach specializzata in consulenza sistemica aziendale e coach in natura.
Mirna Ortiz Lopez, nata in Cile e residente in Italia dal 2015, è tra i fondatori di Poetry & Discovery (un movimento per la diffusione della poesia e della bellezza), è coach ontologico e artista che spazia tra poesia, disegno e fotografia.